Goccia di sole di Leyla Spigarol classe I D.Docenti: Teresa Grimaldi, Mariarosa Massironi, Elisabetta Nappi.Ho scelto questa foto perché mi ha colpito molto vedere una goccia di ghiaccio attaccata ad una ringhiera con all’interno il riflesso del sole. Lentamente il ghiaccio iniziava a fondere e il sole riflesso si vedeva sempre di meno. Ho potuto osservare il fenomeno della riflessione, in quanto la goccia si comportava come uno specchio, e della fusione, cioè il passaggio dallo stato solido a liquido dell’acqua a 0°C Arcobaleno caduto di Cisse Domitilla classe 2 C.Docenti: Paola Magnani, Vittorio Nava.Aveva appena piovuto e, mentre camminavo, mi sono fermata per fotografare un arcobaleno che compariva sull’asfalto. Ho scattato la foto e, senza accorgermene, ho inquadrato anche la punta delle mie scarpe. La presenza delle scarpe ha migliorato l’inquadratura e dato movimento alla foto; infatti sembra che mi sia fermata apposta per non calpestare il pezzo di arcobaleno “caduto”. Ciò che mi piace della foto è il contrasto che si è creato fra le scarpe, il cemento e la macchia d’olio. L’arcobaleno creato da macchie d’olio sull’asfalto bagnato, come l’arcobaleno nelle bolle di sapone, è un fenomeno ottico molto complesso che avviene perché la pellicola colpita dalla luce è molto sottile e si crea un fenomeno di interferenza tra onde riflesse. Apparire o essere di Federica Buzzi classe 2F.Docenti: Maria Pia Rudoni Vittorio Nava.Ho fotografato una sponda del fiume Arno a Firenze. La parte superiore sembra mostrare una veduta di Firenze durante una giornata grigia, piovosa e con nebbia. Nella parte inferiore, invece, sono riflessi i contorni dei palazzi un po’ più definiti. Guardandola bene, si può vedere che la foto è stata capovolta. Inizialmente ho scattato la foto per la bellezza del posto e per “la veduta alla Canaletto”; poi però ho notato che, capovolgendola, la differenza era difficile da notare. L’immagine riflessa è simmetrica rispetto alla superfice riflettente, che, in questo caso è l’acqua che si comporta come uno specchio piano. L’immagine che si vede in uno specchio piano è un’immagine virtuale (non esiste nella realtà) prodotta dalla luce riflessa che arriva ai nostri occhi come se provenisse da dietro lo specchio. Guardando bene la foto ho pensato che quello che vediamo, cioè l’apparenza, non è sempre la realtà. Questa cosa a volte è difficile da notare, ma è importante saperla distinguere. Fiori di neve di Giada Cannata classe I D. Docenti: Teresa Grimaldi, Mariarosa Massironi, Elisabetta Nappi.Una mattina, passeggiando in montagna, mi ha colpito il fatto che la neve caduta il giorno prima, soffice e quasi impalpabile, si fosse trasformata in qualcosa di completamente diverso. Per lo scatto della foto mi hanno ispirato le forme simili a schegge di cristallo che si erano formate sulla superficie della neve. Nella foto osservo il fenomeno della brina di superficie. Si forma nelle notti fredde e serene, con condizioni di aria calma o quasi calma, sopra altra brina, ghiaccio o neve. La brina è costituita da minuscoli cristalli di ghiaccio che si generano per brinamento, cioè per il passaggio diretto dell’acqua dallo stato aeriforme a solido. Se l’umidità dell’aria è sufficiente si possono così formare strutture gelate simili a schegge, squame, pinne, talvolta curve o arricciate, altre volte dritte e tese. Per questa foto ho scelto il titolo “Fiori di neve” perché queste strutture gelate sono spesso chiamate fiori di ghiaccio per via delle forme suggestive, che sembrano realmente dei fiori. Ritengo bella questa foto perché la neve sembra essere diventata un prato ghiacciato e perché raffigura quello che volevo ottenere, cioè immortalare questo fenomeno così suggestivo